Roero, molto più di un vino: viaggio al cuore delle colline piemontesi

258 soci, oltre 1.300 ettari di superficie totale, di cui 965 sono vitati ad Arneis per il Roero Bianco e 335 sono vitati a Nebbiolo per il Roero Rosso, una produzione annua di circa 7,5 milioni di bottiglie, delle quali il 90% di Roero Bianco Docg e il 10% di Roero Rosso Docg: sono questi i numeri oggi di quello che dal 2014 è il progetto vitivinicolo promosso e protetto dal Consorzio Tutela Roero. Siamo al cuore delle colline piemontesi del vino, in quell’angolo di provincia di Cuneo, situata tra Langhe e Monferrato sulla riva sinistra del Tanaro, tanto bella da essere stata dichiarata, non a caso proprio 10 anni fa, Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Già, perché numeri e statistiche possono spesso dire molto, ma di certo non svelare tutto di quello che è un paesaggio talmente intriso di bellezza, natura e storia. Un’identità che, quando si parla di Roero Docg, è già esplicitata dall’immagine scelta per sintetizzare quelli che ne sono i valori: quella coccinella che simboleggia la fortunata biodiversità di queste vocate colline, dove ai vigneti si alternano boschi, frutteti e orti, mentre le tre ruote stilizzate sul guscio rosso sono un rimando a una ricca e secolare epopea che trae il suo nome dalla nobile famiglia che possedeva anticamente queste terre. Una testimonianza che c’è molto più che “solo” vino nel comprensorio che unisce i comuni di Canale, Corneliano d’Alba, Piobesi d’Alba e Vezza d’Alba e nella porzione di quelli di Baldissero d’Alba, Castagnito, Castellinaldo, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Pocapaglia, Priocca, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Roero e Sommariva Perno.

L’unicità del Roero

“La cifra del Roero è l’unicità”, spiega Massimo Damonte, presidente del Consorzio Tutela Roero. “Abbiamo il privilegio di essere immersi in un contesto naturale di rara bellezza ad eccellente vocazione vinicola, capace di esprimere alta qualità sia nei vini bianchi sia nei rossi. La raffinatezza, la versatilità e la bevibilità di entrambe le tipologie di Roero Docg sono frutto di questo territorio e della dedizione dell’uomo che da sempre se ne prende cura e lo lavora con sapienza”.

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