Roero Days, che bella scoperta

Lunedì 3 giugno a Palazzo Giureconsulti, pochi passi dal Duomo di Milano, si festeggiano i primi 10 anni del Consorzio Tutela Roero. Un’occasione per conoscere meglio e degustare i grandi vini del territorio piemontese. 

Saranno 60 i produttori di Roero Docg che si daranno appuntamento a Milano, il 3 giugno dalle 11 alle 19, per presentare a operatori e appassionati le loro migliori espressioni vinicole. Il Consorzio, nel decennale dalla sua fondazione – ancora più significativo poiché coincide con i 10 anni dal riconoscimento del territorio roerino come Patrimonio UNESCO per la bellezza dei paesaggi vitivinicoli e i 20 anni dal conseguimento della certificazione Docg – sceglie Milano come sede di Roero Days, l’evento annuale itinerante di promozione del territorio e del suo patrimonio.

Per gli operatori del settore, i sommelier e per tutti i wine lover sarà l’occasione per approfondire e apprezzare i vini di un angolo incantato di Piemonte, oltre che per entrare in contatto diretto con i produttori che saranno personalmente presenti e impegnati nella mescita e nel racconto dei propri prodotti.

“Tutti i vini bianchi italiani stanno vivendo un buon momento, i consumatori sembrano sempre più interessati a tipologie fresche, profumate e senza particolari durezze in bocca”, spiega Massimo Damonte,
Presidente del Consorzio Tutela Roero. “Il nostro Bianco Docg si colloca assai bene in questo trend perché negli ultimi anni sta dimostrando di avere un proprio carattere distintivo e una grande personalità. Il Roero Bianco richiama spesso elementi di frutta esotica e di spezie tipici del vitigno. Va quindi oltre la semplice florealità così diffusa tra i vini bianchi e offre più complesse note fruttate, sempre in un quadro di notevole freschezza (pompelmo, salvia, foglia di pomodoro). Non mancano, a dare complessità e soprattutto armonia, sentori di mandorla e di tiglio, utili a evitare note acidule in modo esasperato. Come avviene spesso anche in altri bianchi (non solo piemontesi) la maturazione in bottiglia per qualche anno aggiunge quelli che oggi si definiscono sentori minerali, con pietra focaia e idrocarburi in delicata crescita”.

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