Calici di bellezza

Dal Roero al Lugana, passando per i più esuberanti spumanti d’Italia. A Milano, il mese di giugno debutta sotto il segno del vino. Che racconta e si racconta, andando in scena in fascinosi luoghi storici e creando connessioni con l’arte, il design e l’intelligenza artificiale

Dentro il vino? Ci sono vigneti, vitigni, fatica, speranza, uomini, teste, terre e mani. Sporche di terra. Dentro il vino ci sono storie: da ascoltare e da raccontare. Meglio se in ambienti d’incantevole bellezza. Per rimarcare il valore e l’autorevolezza del patrimonio enologico nazionale. È quel che accade a Milano, dove dal 3 al 7 giugno si susseguono incontri ravvicinati con consorzi e vitivinicole realtà disseminate lungo lo Stivale. Spaziando da ovest a est, dal Roero al Lugana, per poi incontrare l’ars spumantistica italiana.

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Il Roero va a Palazzo

Celebra i suoi primi dieci anni il Consorzio Tutela Roero. Territorio che se ne sta fieramente in provincia di Cuneo, alla sinistra del Tanaro. Diverso dalle Langhe e diverso dal Monferrato. E per questo unico e fortemente identitario. Anche se con Langhe e Monferrato condivide paesaggi di rara bellezza, riconosciuti Patrimonio Unesco dal 2014. Sì, esattamente da dieci anni. Mentre sono trascorsi vent’anni dal riconoscimento della docg. Insomma, un millesimo importante il 2024. Che il consorzio festeggia a Milano, il 3 giugno, seguendo il format dei Roero Days. Traduzione: gli happy days del Roero, che passeggia per il Piemonte o se ne va in trasferta, espandendo il verbo dell’arneis e del nebbiolo, i due vitigni iconici della zona. Così, dopo aver fatto tappa a Torino, al Castello di Guarene, a Bologna, alla Reggia di Venaria e alla capitolina Villa Miani, arriva nella cosmopolita e polifonica urbe meneghina, nell’autorevole scenario di Palazzo Giureconsulti. Per una giornata a tu per tu con oltre sessanta produttori (i soci totali sono 258 per una superficie di 1.300 ettari), protagonisti di un dinamico e vivace banco d’assaggio, capace di inanellare più di cinquecento etichette di Roero Bianco (anche nelle versioni spumante e riserva) e di Roero Rosso (pure in declinazione riserva). Cinque infatti le tipologie della docg, che ora conoscono un nuovissimo abito istituzionale, grazie a un contest – Born to be a Wine – che ha coinvolto una trentina di artisti e designer e che ha visto trionfare Bruno Casetta, con il suo linguaggio pittorico e poetico, fatto di filari di viti, di energia e di cromatica complessità. Etichette esposte per la prima volta proprio il 3 giugno.

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