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Roero Days: maratona romana alla scoperta dei vini di un prezioso angolo di Piemonte
Oltre un migliaio di ingressi, 50 produttori, 300 vini in degustazione, due verticali dedicate al bianco e al rosso. Sono i numero dei Roero Days, ieri per la prima volta a Roma. La manifestazione, promossa dal Consorzio Tutela Roero, si è svolta a Villa Miani con l’obiettivo di far conoscere anche al pubblico capitolino questo angolo di Piemonte che comprende 19 Comuni ed è, dal 2014, nella lista dei Paesaggi Culturali Patrimonio dell’Unesco. Colline e filari raccontati anche nei 50 scatti tratti dal volume “Roero, la civiltà dell’Arneis e del Nebbiolo” ed esposti nelle sale adibite da mattina a sera alle degustazioni.
Operatori del settore, sommelier e appassionati hanno avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza con i vini e la cultura di un territorio che vanta una superficie di 1.215 ettari, di cui 915 vitati ad Arneis e 300 a Nebbiolo. Il tutto per una produzione annua di circa 7 milioni e mezzo di bottiglie, il 60 per cento delle quali destinate all’esportazione.
“Siamo più che soddisfatti del debutto romano e dell’accoglienza capitolina – spiega all’Agi Francesco Monchiero, presidente del Consorzio Roero che conta 347 soci, dei quali 160 produttori e 187 viticoltori -. C’è stato un afflusso molto importante, ma soprattutto di qualità, con operatori del settore, dai sommelier ai ristoratori». Proprio in linea con l’idea di promuovere la conoscenza del territorio al di fuori dei suoi confini, il format dei Roero Days è da sempre itinerante. Dal 2016 a oggi ha toccato Torino, Milano, Bologna, il Castello di Guarene nel cuneese e la Reggia di Venaria Reale. Con la tappa romana “si è chiuso il cerchio delle città più importanti dal punto di vista commerciale – aggiunge Monchiero -. Sicuramente l’evento di ieri porterà i vini del Roero ad essere sempre più presenti sulle carte dei vini romani ma non solo, perchè tutto il mondo passa dalla Città Eterna. Si crea quindi un indotto positivo, che si somma alla crescita già registrata da tempo nel nostro territorio.
Secondo il presidente del Consorzio, l’enoturismo può fare la differenza nel far vivere i territori. “Nei ponti di aprile e maggio, abbiamo raggiunto una soglia di riempimento delle strutture ricettive vicina al 90 per cento e ci aspettiamo altrettanto per la prossima stagione turistica. I due anni della pandemia hanno fatto riscoprire le nostre colline e ci stanno tornando. Il turismo nel Roero sta crescendo proprio con il vino e il buon cibo, basti considerare che abbiamo affluenza anche d’estate nonostante non ci sia il mare. Oggi abbiamo più di cento strutture ricettive di piccole dimensioni, a misura d’uomo”.
I visitatori attratti da paesaggi e calici, però, hanno una marcia in più. Quella della lentezza. “Promuoviamo la conoscenza del territorio attraverso wine tous e passeggiate, idee che vengono sempre più apprezzate dai turisti stranieri e non solo. Stiamo investendo molto sul turismo, ma quello che cerchiamo è un turismo lento, con persone che vengano sulle nostre colline per rimanerci alcuni giorni e assaporare vini, cibi, panorami. Abbiamo degli scorci unici e siamo interessati ad attrarre chi li possa apprezzare. A chi abbia voglia di sedersi e rimanere lì a guardarli”. Se è davanti a un buon vino, ancor meglio.
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