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Quelle etichette dei vini del Roero che racchiudono passione ed orgoglio per il territorio
E’ Francesco Monchiero, presidente del Consorzio di Tutela Roero dei produttori vinicoli, ad annunciarmi: “Sono nate le doppie etichette ufficiali dei due importanti vitigni del Roero: il re e la regina del nostro territorio, il Nebbiolo e l’Arneis”.
Il tono della voce di Francesco esprime soddisfazione ed orgoglio in rappresentanza di 150 produttori di vino del Roero e prosegue: “Ci tengo a precisare che erano anni che cullavamo il progetto di un’etichetta ufficiale che narrasse il forte legame tra vino e territorio. Ma fino ad oggi non avevamo trovato risposta alla nostra esigenza. Quindi, è stato un vero colpo di fulmine l’incontro con l’artista cheraschese Feny Parasole, che ha messo a frutto sensibilità e vena artistica cogliendo, riassumendo e comunicando al consumatore di vino, il comune sentire dei produttori: passione ed orgoglio per il proprio territorio”.
Quindi, siete arrivati a riconoscervi tutti voi 150 produttori in queste etichette?
“Sì! Da subito c’è stata un’intesa reciproca che, grazie al talento e la sensibilità dell’artista, ha prodotto un eccellente opera di design, cogliendo nel profondo le anime del Roero”.
Come siete arrivati a questa brillante fusione di elementi?
Raccontando, su richiesta di Feny Parasole, della marcata biodiversità del nostro territorio: boschi che si alternano a vigneti, noccioleti e frutteti che rendono i terreni fertilissimi, conferendo finezza ed eleganza ai nostri vini. Rimarcando la volontà dei produttori di crescere insieme, fieri per ricchezza, varietà e tradizione della propria civiltà contadina. Sottolineando come il Roero si distingua per il paesaggio vario e multiforme: è territorio abitato da menti aperte e colorate proprio come i suoi rossi argillosi, i gialli ocra sabbiosi e i grigi delle marne. Non da meno è la storica architettura che spazia tra imponenti torri e castelli, e tra rocche e chabot, dove si aggirano misteriose masche e giocosi Cantè j’euv. Come può capitare di imbattersi in ritrovamenti di conchiglie fossili risalenti al periodo in cui il mare lambiva i piedi delle Alpi. In sostanza, lo scopo delle etichette è di portare alla ribalta le
caratteristiche di unicità del Roero per famigliarizzare con il consumatore, affinchè memorizzi il prodotto.
Il messaggio arriva, mette in risalto le nostre radici grazie al talento dell’artista, che per i vini Riserva Bianco e Riserva Rosso, ha stilizzato filari antichi, a differenza di quelli odierni con tratti geometrici, con pali periferici di legno e fili storti, con l’uva che cresce all’interno, assumendo quasi la forma di una corona, tempestata sia di perle e diamanti, sia di pietre preziose come rubini, lapislazzuli. Infatti, nel territorio del Roero nascono due uve degne della corona, tra le più importanti d’Italia, se non del mondo, il Nebbiolo che dà origine ai più grandi Rossi d’Italia, Roero, Barolo e Barbaresco, Gattinara, e l’Arneis, la nostra doppia anima bianca, un tempo chiamato anche il Nebbiolo bianco. Riguardo alle altre due etichette del Bianco e del Rosso, con un chiaroscuro di un cuore stilizzato, ha interpretato la dedizione e la passione che, proprio come le uve, fermentano nell’animo di tutti i consorziati.
Come definirebbe l’opera di Feny Parasole?
“E’ un qualcosa che va oltre una semplice etichetta, la reputo un’opera d’arte traslata sull’etichetta di una bottiglia di vino”.
Queste sono le lusinghiere ma altrettanto sincere parole che il presidente Francesco Monchiero ha espresso nei confronti dell’artista.
Ora raccolgo la testimonianza dell’artista che spiega: “Ho lavorato per loro in modo sartoriale, mettendo a disposizione la mia attitudine. E’ stata una ricerca arrivare ad unire ogni loro richiesta ed esigenza in alcune tavole. Quando lavoro per me seguo solo me stessa, quando lavoro per altri, ricerco loro. Poi lo descrivo con la mia mano e ci metto il mio sentire, ma concentrandomi sul cliente. Appassionata del mondo e delle sue forme espressive, la mia mente spazia fra diversi generi stilistici e quello più adatto mi appartiene comunque. Come una poliglotta, per capirci”.
Cosa hai visualizzato nella tua mente?
“Ascoltando la loro storia e del territorio, ho percepito il prodotto, il vino è vivo, si muove all’interno del calice, a volte schizza, e rimbalza in alto, e nella mia fantasia, mi riporta a quella vite e al suo territorio, e a tutta quella passione che rappresenta”.
L’amore per il territorio unisce per esaltarne la bellezza.
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